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Due recenti e straordinari documenti che ritraggono il Gatto selvatico nel Parco ci invitano a fare un approfondimento su questa importante specie.

Il video https://www.youtube.com/watch?v=6mp1gFhK2mo è stato realizzato nell’ambito dei piani di monitoraggio effettuati dal parco tramite fototrappole, la foto è di Roberta Marchi scattata nel versante romagnolo del Parco nell’autunno scorso.

Il gatto selvatico europeo Felis silvestris silvestris (famiglia Felidae, ordine Carnivora). D'aspetto simile ad un gatto domestico (Felis silvestris catus) soriano, è distinguibile da questo per alcuni specifici tratti morfologici. Il mantello, di colore di fondo solitamente ocra-giallastro con strie evanescenti più scure sui fianchi, presenta quattro o cinque striature nere occipitali (sulla nuca), due macchie nere scapolari e una stria vertebrale. La coda, di forma clavata, è caratterizzata dalla punta nera e da due o tre anelli separati, neri anch'essi.

Si tratta di un predatore obbligato e importante regolatore ecologico, di carattere elusivo e attivo soprattutto di notte. Come molti altri carnivori, ha subìto in passato una costante persecuzione quale animale nocivo e il suo areale risulta oggi ridotto e frammentato. Dagli anni '70 la sua protezione ha consentito una ripresa demografica e territoriale e la specie, di interesse comunitario, è inserita nell'Allegato II della Direttiva Habitat 92/43 CEE. In Italia frequenta soprattutto aree forestali e la sua presenza è accertata su tutta la dorsale appenninica, dall'Aspromonte alle zone più settentrionali del Casentino, in Maremma e nelle Alpi Orientali. Alcuni ritrovamenti ne suggeriscono un ritorno anche sulle Alpi Occidentali. La frammentazione degli habitat, e conseguentemente delle popolazioni, e le morti di causa antropica (e.g.investimenti stradali) costituiscono tutt'ora forti minacce per la sopravvivenza del gatto europeo. A ciò si aggiunge l'ibridazione con il gatto domestico Felis silvestris catus, molto vicino geneticamente ed etologicamente, e con cui vive in simpatria.

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ospita una popolazione stabile e in salute di gatto selvatico europeo.

Per approfondimenti si rimanda all'intervento del 2014, a Santa Sofia nell’ambito di un workshop faunistico, del professor Bernardino Ragni, uno dei maggiori esperti e studiosi del gatto selvatico, di cui il Parco conserva con affetto la memoria.