
Da marzo a giugno è possibile imbattersi in piccoli di animali selvatici, che apparentemente sembrano abbandonati e spesso, istintivamente, vengono portati via dal loro ambiente perché si pensa siano in pericolo.
In realtà questi piccoli non sono abbandonati, ma è un normale comportamento antipredatorio adottato da alcune specie, come gli ungulati (cervi, caprioli, daini), le lepri e alcuni uccelli che vengono chiamati nidifughi (abbandonano il nido dopo la schiusa o comunque prima di saper volare) come ad esempio i merli o i fagiani.
Infatti nelle prime settimane di vita i piccoli non sono in grado di seguire la madre e pertanto rimangono accovacciati nell’erba. La madre torna dal piccolo solo per nutrirlo e nel frattempo si sposta per nutrirsi a poca distanza.
I piccoli presentano un mantello caratteristico (ad esempio le pomellature di caprioli o cervi) che permette di mimetizzarsi con l’ambiente ed inoltre le particolari cure di pulizia della madre permettono che il cucciolo sia pressoché privo di odore e pertanto non facilmente identificabile dai predatori.
Se un piccolo viene portato via dal proprio ambiente naturale e privato delle cure della madre difficilmente sopravvivrà e sarà comunque destinato a vivere in cattività poiché farà fatica a reinserirsi coi propri simili nell’ambiente naturale.
Se incontri un piccolo appartenente alle specie che adottano questo comportamento NON DEVI
ASSOLUTAMENTE TOCCARLO, allontanati immediatamente per permettere alla madre di ritornare
dal proprio cucciolo.
Se pensi che realmente un animale sia in pericolo contatta il 112, che provvederà a valutare il caso ed eventualmente ad attivare i soggetti deputati al soccorso fauna selvatica in difficoltà competenti per territorio.
Foto di Marco Fabbri