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Le comunità che hanno fatto la storia del nostro territorio 

Le nostre montagne nella loro lunga vita ne devono aver viste di cose, gli alberi secolari delle nostre foreste hanno assistito a innumerevoli vicende storiche di ogni tipo: passaggio di eserciti, scorrerie dei banditi che passavano dalla Romagna pontificia al Granducato di Toscana Granducale per sfuggire alla legge, pellegrini diretti verso Roma, Lorenzo de’ Medici che veniva a ristorarsi al fresco dei torrenti di Ridracoli pescando trote, fino ai moderni escursionisti che percorrono i sentieri del Parco alla ricerca di emozioni e di benessere. Il territorio è dunque, agli occhi del camminatore più consapevole ed attento, ricco di tanti segni, da leggere e interpretare. Quelli della natura a quelli dell’uomo, che si sono intensificati da quando ha cercato di strappare alla montagna fazzoletti di terra da coltivare. I muretti a secco, le mulattiere, i resti delle case, gli ex coltivi, le maestà, segni di una vita pulsante in tante località oggi abbandonate.

Tra le tante storie avvenute lassù, c’è un capitolo particolarmente doloroso, quello della Resistenza che ha visto le nostre montagne teatro di eventi tragici e sanguinosi. Passava infatti da qui la cosiddetta Linea Gotica, progettata dai tedeschi come estrema linea di difesa lungo l’Appennino da Pisa a Rimini, per difendere la Pianura Padana e utilizzare così il suo patrimonio agricolo e industriale. La sua costruzione causò gravi conseguenze alle nostre genti. Sono infatti numerosi gli episodi legati a località del Parco e dei territori dei Comuni dell’area protetta: stragi, come quelle di Moggiona, Stia, Castagno d’Andrea, Vallucciole, Passo del Carnaio …, battaglie, come Prato alle Cogne e Biserno. Rastrellamenti, campi di lancio, come San Paolo in Alpe, sedi di comando delle brigate partigiane come Strabatenza, luoghi come Seghettina e tanti altri legati all’avventurosa trafila che portò in salvo alti generali inglesi. Luoghi in cui la grande storia incontrò gli abitanti delle nostre montagne, i Popoli del Parco, probabilmente ignari di entrare nei libri di storia, certamente impreparati a vivere sulla loro pelle le sofferenze per la conquista della libertà, abituati ad altro genere di sacrifici, al lavoro massacrante, agli stenti, ma non alla violenza della guerra, vissuta dapprima come chiamata al fronte dei giovani, figli, fratelli, nipoti partiti per qualcosa di molto più grande di loro e poi entrata violentemente nelle loro case, senza chiedere il permesso.

Il 25 aprile ricordiamo i giovani e tutte quelle persone che hanno trovato la morte sulle nostre montagne per la conquista della libertà!

Per coloro che sono interessati agli aspetti storici ed etnografici del territorio dell’area protetta, consigliamo la visita del sito www.popolidelparco.it, contenitore dell’omonimo progetto, nato proprio con l’obiettivo di mantenere viva la memoria di queste Comunità che nei secoli, con il loro vivere quotidiano hanno contributo a plasmare quello che oggi è il Parco Nazionale, nella sua interezza ed unicità.

Foto di G.Giacomini