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E' importante salvaguardare l’agrobiodiversità vegetale tradizionale del territorio del Parco. Le varietà locali hanno origine sul territorio e rappresentano la memoria storica (cultura rurale, saperi popolari, pratiche locali) e la memoria biologica dell’agricoltura; hanno spesso un’elevata capacità di tollerare gli stress sia biotici (parassiti) che abiotici (scarsità di nutrienti, siccità) e sono in molti casi caratterizzate da interessanti sapori ed eccellenti proprietà nutrizionali, tanto da essere utilizzate come ingredienti per gustosi piatti tipici della tradizione locale. 
Tuttavia, si tratta di entità a forte rischio di erosione genetica, in quanto, a causa della loro scarsa produttività, molte sono oramai cadute in disuso, soppiantate da varietà moderne, più produttive, ma di solito meno interessanti sul piano del gusto e meno adattate al territorio locale. 
Allo scopo di preservare nel tempo queste antiche varietà esistono delle strutture specializzate dette Banche del Germoplasma vegetale, dove i semi vengono mantenuti in idonee condizioni ambientali e possono essere conservati a lungo termine. Questo tipo di conservazione, fuori dal territorio di origine, è denominata “ex situ” ed integra quella in campo (“on farm”).
 
>> Il Parco ha avviato negli anni diversi progetti. Il più recente, dal titolo “Biodiversità di interesse alimentare: salvaguardia e recupero di cultivar tradizionali locali” nasce grazie ad un finanziamento del GAL L’Alta Romagna nell’ambito della Misura 19 del PSR 2014-2020 Operazione 19.2.02. Il progetto ha lo scopo di ricercare nel territorio del Parco Nazionale e dell’area appenninica antiche varietà locali tradizionali. 
I campioni di semi raccolti, tramite indagini e visite alle aziende agricole, vengono inviati alla Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia, dove sono sottoposti ad un processo di disidratazione e congelamento grazie al quale potranno essere conservati per un periodo anche superiore a 200 anni (es. mais), scongiurando il pericolo che queste antiche varietà vadano perse per sempre. 
 
Visita il sito web della Commissione dedicato al FEASR
 
 
>> Il Parco sostiene inoltre le attività del vivaio di Cerreta, dell'Unione dei Comuni del Casentino, in cui è attivo un progetto di valorizzazione delle varietà locali di frutti dimenticati, tramite l'individuazione e la schedatura delle piante madri, la raccolta di marze e il successivo innesto sui nostri portainnesti. Le migliori varietà sono in questo caso conservate in due frutteti-collezione e a disposizione delle aziende agricole.
 
Per maggiori informazioni in merito al vivaio di cerreta scarica il depliant del vivaio e visita questa pagina.