Immagine: 

Quasi il 90% delle piante selvatiche da fiore ha bisogno di “corrieri”, gli impollinatori, per garantire la fecondazione e, di conseguenza, la perpetuazione della propria specie; risulta chiaro quanto il ruolo di queste specie animali, tra cui sono incluse api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli ed alcuni mammiferi, sia essenziale per gli ecosistemi. La sopravvivenza delle specie impollinatrici, in particolare degli insetti, è minacciata in tutto il mondo da una varietà di disturbi antropici, come la distruzione e il degrado degli habitat, l’uso di pesticidi, la diffusione di malattie e parassiti, i cambiamenti climatici, le piante invasive e la competizione con impollinatori non nativi. Senza le adeguate misure di conservazione, a trovarsi in pericolo non saranno soltanto le specie impollinatrici, ma anche le attività umane che da queste traggono beneficio grazie alla loro funzione ecologica.Gli impollinatori sono  sempre più importanti anche per l'adattamento degli ecosistemi alle mutazioni ambientali e climatiche.

L’Europa e il Ministero dell’Ambiente da anni considerano come prioritaria la difesa della biodiversità e dei benefici ecosistemici che da questa derivano. Sulla base di questa visione, il 31 marzo 2021 è stata emanata dall’allora Ministero della Transizione Ecologica la “Direttiva Biodiversità 2021”, focalizzata soprattutto sulle azioni dirette ad affrontare il declino degli insetti impollinatori. In base a queste indicazioni, il Parco sta effettuando numerosi studi e monitoraggi per comprendere quali siano le specie più minacciate e quali attività possano essere condotte per garantirne la protezione.

 I parchi nazionali dell’Appenino centro-settentrionale si sono uniti per mettere in rete le esperienze maturate nel tempo, all'interno di un progetto omogeneo di monitoraggio e conservazione di apoidei selvatici, lepidotteri diurni, nonché sirfidi e lepidotteri notturni.
Per farlo è stato innanzitutto necessario individuare dei referenti scientifici comuni, al fine di utilizzare standard di raccolta ed elaborazione dei dati nel quadro dei protocolli dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), per condividere la formazione degli operatori ed ottimizzare i costi della gestione tecnico/amministrativa delle attività.

Inoltre nel 2022 è nato un nuovo accordo di collaborazione tra il Parco e COMDATA S.p.A., soggetto privato che si occupa di servizi di Business Process Outsourcing e ICT, e che ha deciso di finanziare alcune azioni a tutela degli impollinatori selvatici. Tra queste vi è la messa in opera di centraline per il monitoraggio (denominate “Bee Residence”) contenenti speciali nidi che i ricercatori utilizzeranno per osservare le specie presenti e nidificanti, registrando quelle in declino e anche quelle aliene che minacciano la conservazione degli insetti del luogo. La realizzazione delle centraline è stata resa possibile grazie alla collaborazione con i parchi nazionali dell’Appennino centro-settentrionale, con il Centro di ricerche agro-ambientali “Enrico Avanzi” (CiRAA) di Pisa, con l’Università di Pisa e con il Ministero dell’Ambiente.

Alle attività di conservazione degli impollinatori partecipano anche soggetti quali il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), il Dipartimento di Biologia dell’università degli Studi di Firenze e il Dipartimento di Biologia dell’Università Tor Vergata di Roma.

Di seguito vengono riportati ulteriori progetti e iniziative di conservazione degli impollinatori attivi sul territorio nazionale: