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Concluse le prime uscite per il monitoraggio degli habitat, della vegetazione e della fauna, al via i sopralluoghi per la progettazione degli interventi di conservazione nei pascoli.

L’obiettivo del progetto LIFE ShepForBio è quello di migliorare lo stato di conservazione di tre habitat di prateria riconosciuti di importanza comunitaria dalla Direttiva Habitat (codici 5130, 6210* e 6230*) e lo strumento per la loro conservazione saranno proprio i pastori e gli allevatori che insieme ai loro animali contribuiranno alla gestione sostenibile e duratura di tali ambienti.

Al fine di raccogliere tutte le informazioni utili alla progettazione degli interventi di ripristino e approfondire lo stato di conservazione degli habitat interessati, è stato necessario definire un piano di monitoraggio di tutte le aree di intervento. Nel mese di luglio si sono infatti concluse alcune delle prime sessioni di sopralluoghi, altre sono tuttora in corso, altre ancora in avanzata fase di realizzazione. I dati raccolti serviranno inoltre per valutare, al termine del progetto, l’impatto degli interventi realizzati.

Nello specifico i rilievi hanno interessato diversi gruppi animali, quali uccelli, farfalle, grilli e cavallette, abitanti e frequentatori abituali delle praterie che il progetto vuole preservare; ma anche le stesse specie vegetali che compongono questi habitat, non solo in termini di presenza di specie rare e di interesse conservazionistico, ma anche come struttura e composizione dei pascoli,  informazione fondamentale per poter garantire una corretta gestione di questi ambienti ed assicurare agli animali allevati un buon apporto nutritivo.

Il mese di agosto ha visto la realizzazione dei primi incontri sul territorio per diffondere e far conoscere il progetto presso le comunità locali, ma anche sopralluoghi congiunti con gli allevatori che attualmente gestiscono i pascoli o che potrebbero essere interessati ad un loro utilizzo (i pascoli, per lo più di proprietà pubblica, saranno infatti dati in concessione attraverso bandi di gara pubblici).

La collaborazione degli allevatori locali è infatti importantissima per poter progettare al meglio gli interventi previsti dal progetto, tra cui il decespugliamento e la rimozione della vegetazione arbustiva ed arborea di invasione, diffusa in molte zone a seguito dell’abbandono o della riduzione delle attività di pascolo, il ripristino delle comunità vegetazionale tipiche attraverso la semina delle specie tipiche locali e, la costruzione o ripristino di infrastrutture pastorali (recinzioni, abbeveratoi, recinti anti-lupo per la rimessa notturna del bestiame).

Ciò di cui ancora si sente parlare poco in Italia, ma che rientra tra una delle tante Azioni previste nel progetto, è la creazione di una Scuola per Pastori e allevatori, il cui obiettivo è la promozione del pastoralismo per contrastare le criticità legate allo scarso ricambio generazionale presente in particolare nelle aree montane e più marginali. Formare nuove figure che diventino i veri custodi di questi habitat che il progetto intende tutelare.


Il partenariato del progetto è costituito da D.R.E.Am Italia (coordinatore), Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Regione Toscana, Unioni dei Comuni della Romagna Forlivese, Casentino, Pratomagno e Valdarno Valdisieve, Università degli Studi di Firenze e Università di Roma – La Sapienza, Studio Verde ed Euromontana.


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