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Con l'inizio dell'autunno incomincia anche uno dei momenti più fruttuosi per gli appassionati di funghi
 

Anche se l'attenzione della maggior parte dei raccoglitori è indirizzata verso la famiglia reale dei porcini (aereus, estivalis, edulis, pinophilus) va ricordato che questi non sono gli unici funghi ad essere, per varie ragioni, degni di menzione. 

Ma cosa sono i funghi? Quelli che siamo soliti chiamare in questo modo sono in realtà carpofori, i frutti, per dirla facilmente, di un organismo molto più grande e complesso che estende i suoi apparati in una fittissima rete di filamenti sotterranei dette ife. Capire la struttura di questo organismo è fondamentale per comprendere il suo ruolo di vitale importanza per le foreste e di conseguenza saper agire nel modo più corretto per non danneggiarlo.
I funghi infatti sono un'alleato prezioso delle piante. Alcuni degradano rapidamente la materia vegetale, restituendo alla foresta le sostanze nutritive della decomposizione organica; altri collaborano con alberi, arbusti e piante erbacee nel reperire e scambiarsi sostanze nutritive, ampliando il loro apparato radicale e ricevendo in cambio sostanze derivate dalla fotosintesi. 
I funghi non sono quindi solo un piacevole passatempo con altrettanto graditi risvolti culinari ma un piccolo ma fondamentale frammento di un ecosistema complesso e meraviglioso. 
Tra i funghi tipici del periodo autunnale, oltre ai già citati porcini, dobbiamo ricordare almeno alcuni dei numerosi generi diffusi nel Parco. Prime tra tutte il genere Russula che ci offre infiniti spunti di studio (diverse centinaia di specie presenti in Italia) e alcuni tra i più gustosi funghi edibili (R. cyanoxantha, R. virescens, R. aurea solo per citarne alcune), ottime trifolate e sott'olio e tipicamente presenti sia in faggeta che in abetina ma anche nei boschi misti di latifoglie. Vanno poi ricordati i Cantharellus e Craterellus (galletti, finferla e trombette dei morti) tipicamente riconoscibili per la presenza di costolature e non di lamelle e molto ricercati e diffusi; le Macrolepiota (mazze da tamburo) da non confondere con le piccole, ed in alcuni casi mortali, Lepiota; e, in stagione più avanzata, i Tricholoma grigi (morette) dei quali si sconsiglia la raccolta ai meno esperti per via di possibili confusioni pericolose! 
Ma i funghi non sono solo quelli commestibili! In tutto il territorio del Parco sono diffuse specie tossiche e mortali, sono in particolare molto diffuse alcune Amanita e Lepiota mortali (soprattutto A. phalloides in varie forme e colorazioni) che necessitano di essere conosciute a fondo per evitare tragici fraintendimenti. In particolare ricordiamo che le Amanita hanno alcuni caratteri di determinazione abbastanza evidenti (anello e volva) che però possono essere resi irriconoscibili da una raccolta non attenta. Raccomandiamo quindi di non recidere i funghi ma raccoglierli interi e completi di ogni parte per facilitare la determinazione. Va ricordato inoltre, a titolo precauzionale, di raccogliere solo specie conosciute e tenere separate eventuali specie dubbie, di far controllare sempre i funghi da un ispettorato micologico presso una AUSL (servizio gratuito) e, nel dubbio, di astenersi dal consumo! 
 
Ricordiamo che nel territorio del Parco la raccolta dei funghi è regolamentata: vai alla pagina dedicata.
 
Testo e foto di Stefano Belacchi.