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Una recente immagine di Mattia Bacci documenta la presenza di uno degli uccelli più belli della fauna italiana

E’ raro vedere il Picchio muraiolo anche là dove vive e si riproduce, sulle Alpi e nei massicci dell’Appennino centrale. Ancor più raro in un parco di foreste come il nostro. Mattia Bacci, giovane naturalista di Forlì, lo osserva nelle vicinanze del grande muro della diga di Ridracoli, lo fotografa e per la nostra newsletter lo descrive con un interessante articolo divulgativo.

Il picchio muraiolo (Tichodroma muraria) è certamente uno dei passeriformi più colorati ed affascinanti che possiamo osservare in Italia. Si tratta di un uccello, appartenente all’ordine dei Passeriformi (e non ai Piciformi come il nome volgare potrebbe far pensare) dalle caratteristiche ed abitudini molto particolari, nidifica principalmente sull’arco alpino ed è più scarso lungo gli Appennini, limitato quasi esclusivamente ai massicci del Centro Italia, il nido si trova all’interno di fessure o cavità in grandi pareti rocciose fino a 3000m di quota. All’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi questa specie risulta migratrice e svernante regolare, ma scarsa, con pochi individui all’anno soprattutto nel periodo che va da ottobre a marzo. Nonostante sia uno degli uccelli più appariscenti la sua osservazione non è facile: oltre alle dimensioni ridotte, il rosso intenso che caratterizza le ali non è visibile quando si arrampica perché queste vengono tenute chiuse ed il corpo appare tutto grigio e difficilmente rintracciabile sulla roccia. Per poterlo osservare occorre avere pazienza ed essere disposti ad impiegare un po’ di tempo nell’osservare una parete rocciosa ed aspettare che il picchio si decida a spiccare il volo così da rendere visibile il meraviglioso disegno che ha sulle ali: un rosso acceso su sfondo nero, contornato da macchie bianche rendono l’ala un mosaico di colori unico. Il suo volo a scatti e sfarfallante, unito alle dimensioni modeste ed ai colori sgargianti, gli ha fatto guadagnare, a pieno merito, l’appellativo di “farfalla delle rocce”. Un’altra caratteristica che lo contraddistingue è il becco lungo e sottile leggermente ricurvo, con il quale riesce a catturare le sue prede, principalmente ragni ed insetti, all’interno di piccole fessure rocciose. L’incontro con questa creatura è sempre speciale e può capitare a chiunque presti l’attenzione e la pazienza necessarie nel cogliere l’attimo giusto per poterlo individuare lungo la parete rocciosa.

Mattia Bacci, Forlì

matt.96bacci@gmail.com