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Una ricerca sulle grotte del Parco presentata al convegno della Regione Emilia Romagna

La Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Associazione Italiana "Geologia & Turismo", organizza a Bologna, il 7-8 giugno 2018, il Convegno "Il patrimonio geologico: una risorsa scientifica, paesaggistica, culturale e turistica" con l’intento di fare il punto sul tema della valorizzazione e tutela del patrimonio geologico in Emilia-Romagna e a livello nazionale.

Nel 1997-98, con una borsa di studio, il Parco Nazionale ha realizzato un censimento dei geositi del Parco, ovvero quelle emergenze geologico o geomorfologiche di pregio scientifico, ambientale e paesaggistico. Grazie a questo lavoro, aggiornato negli anni successivi dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna, si è giunti all’individuazione di 86 siti, di cui 60 localizzati entro i confini del Parco: cavità naturali, rupi con stillicidio, affioramenti assolati impreziositi dalla presenza di flora rupicola, ma anche cascate e ristagni d’acqua, che meritano forme di tutela in quanto luoghi di riproduzione per specie animali e vegetali di interesse conservazionistico.

Si è invece appena conclusa, sempre grazie a una borsa di studio indetta dal Parco in memoria del naturalista forlivese Pietro Zangheri, la ricerca che il Parco presenterà a questo convegno: "Le grotte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: un'area scarsamente carsica ma ricca di sorprese".

Il territorio e la geologia del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi non sono sicuramente di tipo carsico, ma diverse cavità di origine tettonica, anche se di modeste dimensioni, possono rivelarsi estremamente interessanti proprio perché fuori contesto e localizzate. Partendo dai catasti speleologici regionali di Toscana ed Emilia-Romagna e dalla bibliografia presente in letteratura, si sono raccolte e verificate tutte le informazioni presenti. Inoltre, in collaborazione con la Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna e diversi gruppi speleologici regionali (Speleo Club Forlì, Gruppo Speleologico Faentino e Gruppo Speleologico Paleontologico Gaetano Chierici di Reggio Emilia) si è provveduto alla ricerca, all’accatastamento e al rilievo di nuove cavità. Le “grotte non ancora sfruttate a livello turistico” sono un habitat della Direttiva 92/43/CEE. L’habitat 8310 comprende infatti grotte non aperte alla fruizione turistica, comprensive di eventuali corpi idrici sotterranei, che ospitano specie altamente specializzate, rare, spesso strettamente endemiche, e che sono di primaria importanza nella conservazione di specie animali dell’Allegato II quali pipistrelli e anfibi. Questo habitat assume notevole importanza soprattutto per la conservazione di una fauna cavernicola caratterizzata da animali molto specializzati e spesso strettamente endemici. Si tratta di una fauna costituita soprattutto da invertebrati esclusivi delle grotte e dei corpi idrici sotterranei. Informazioni faunistiche su questo tipo di ambienti all’interno del Parco sono scarse e frammentarie, con un unico vero lavoro specifico riguardante alcune cavità del versante toscano (Mazza et al., 2008). Pertanto, indagini faunistiche conoscitive e il monitoraggio della fauna e dell’entomofauna ipogea, acquatica e non, delle grotte del Parco sono state effettuate in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Verona andandosi a concentrare in particolar modo sul versante romagnolo dove informazioni precise e che abbraccino un ampio spettro di gruppi faunistici mancano totalmente. I risultati della ricerca aggiornano ed ampliano le conoscenze sulla localizzazione e la morfologia delle grotte del Parco e danno prime indicazioni sull’importante fauna cavernicola presente all’interno e nei pressi dei confini dell’area protetta.

Sono 29 le cavità individuate all’interno e nei pressi del Parco, di queste, oltre la metà (15), sono situate strettamente dentro i confini dell’area protetta. Si è creato uno shape file con tutte le informazioni principali relative ad ognuna di queste cavità che potrà essere aggiornato in futuro con ulteriori indagini.

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